Benvenuto Cellini ai Banchi Nuovi

Al numero 17 si trovava la casa e bottega di Benvenuto Cellini, orafo e scultore fiorentino, spirito impetuoso e geniale. Nei primi decenni del Cinquecento qui realizzò le sue opere e visse gli anni più intensi della sua giovinezza.
Durante il Sacco di Roma del 1527, Cellini si distinse come soldato valoroso, uccidendo, secondo il suo racconto, il comandante dei lanzichenecchi, il Connestabile di Borbone. La sua bottega ai Banchi, “che dava sul davanti della strada e saliva verso Monte Giordano”, era un crocevia di artisti, clienti e curiosi.
Le sue parole nell’autobiografia restituiscono il ritmo febbrile di una Roma rinascimentale piena di fervore creativo. Camminando oggi davanti a quel civico, sembra di poter ancora sentire il suono del martello sull’argento e la voce irrequieta di un artista che volle sempre scolpire la gloria nel metallo e nella memoria.
Al numero 13 sorgeva nell’Ottocento una farmacia storica, la Farmacia Antolisei, poi Langeli, punto di incontro per i residenti della zona. Ai Banchi Nuovi, infatti, non si trovavano solo palazzi nobiliari ma anche botteghe e laboratori, piccoli scrigni di saperi artigiani.
Argentieri, doratori, ebanisti, restauratori popolavano la via e i vicoli vicini, dando vita a una Roma industriosa e raffinata. La strada, insieme a via dei Coronari, è stata a lungo cuore pulsante del commercio antiquario della città. Ancora oggi, tra i portoni e le vetrine rimaste, si respira quell’atmosfera di mestiere e di arte che per secoli ha definito il volto di questo quartiere.

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